Gianni Savelli
Gianni Savelli
Dopo le note quasi confidenziali del precedente album Magellano, del 2015, il sessantatreenne sassofonista Gianni Savelli affronta ora un nuovo impegnativo lavoro con Alisei, una serie di composizioni ad ampio respiro, in cui la dualità aria-acqua costituisce il principale fattore d'ispirazione.
Gli anemoi muovono i mari fin dai tempi di Ulisse e in particolar modo gli Alisei soffiano sempre verso Ovest in modo costante. Così come la perseveranza e la costanza sono qualità essenziali per la personalità artistica di Savelli, giunto oggi alla sua quarta pubblicazione discografica. Non manca certo, a questo artista napoletano di nascita ma romano d'adozione, una biografia professionale interessante, caratterizzata da una lunga gavetta nell'ambito della musica leggera e dall'interesse per varie forme d'arte come il cinema e il teatro. Ma è stato all'interno di gruppi orchestrali tra cui la mitica Saint Louis Big Band di Bruno Biriaco e soprattutto, più di recente, il Parco della Musica Jazz Orchestra con la direzione di Maurizio Giammarco, che Savelli è cresciuto soprattutto come jazzista. Chissà se proprio queste collaborazioni in ambiti così allargati lo hanno indirizzato a considerare l'arrangiamento orchestrale come frutto di una ricerca stilistica ben precisa. Perché a Savelli riesce bene non solo il procedere compatto e moderato all'interno del suo collettivo Media Res, ma soprattutto – e questa è stata per me una gradevole sorpresa – la gestione brillante e l'organizzazione non certo semplice di un arrangiamento di diciassette elementi costruito intorno a due dei sei brani che compongono il suo ultimo album.
Nonostante le mie personali preferenze per gruppi più contenuti di musicisti, ho sempre provato ammirazione per il lavoro orchestrale, immaginando le difficoltà di scrittura e il naturale sforzo per armonizzare tra loro un numero elevato di strumenti. Inoltre, questa pulsione all'orchestrazione di Savelli, la si può cogliere in controluce anche nei momenti limitati al quintetto, dove sono frequenti le sovrapposizioni tra il suo sax tenore e la tromba di Fulvio Sigurtà, che alle volte creano l'illusione uditiva di una compartecipazione addirittura più numerosa di fiati. Quando poi si cercano dei paragoni moderni con un utilizzo orchestrale di questo tipo, spesso ci si riferisce banalmente a Gil Evans, che è il nome più gettonato in molti di questi casi. Invece, nella circostanza, trovo che vi siano più analogie con il maestro italiano Dino Betti van der Noot, con il quale Savelli ha in comune l'eleganza dell'arrangiamento misurato, una visione “a volo d'uccello” che consente lo sguardo d'insieme delle varie parti, incastonate tra loro con un perfetto equilibrio policromo.
Il jazz che possiamo ascoltare in Alisei – titolo che per altro suona già poetico di per sé – è una forma di musica contemporanea, di marca europea, assolutamente tonale, senza momenti dissociativi e priva anche di assoli inutilmente virtuosistici. Non ci sono personalismi, accentranti manifestazioni narcisistiche di questo o quell'artista ma si lavora su una sintesi di diversi elementi, magari non immediata, ma che riusciamo a percepire via via in maniera più netta incrementando il numero degli ascolti. Perché Alisei non è un lavoro di semplicissima assimilazione. Come se quest'opera fosse un dipinto astratto nel quale riusciamo a comprendere meglio schemi e analogie solamente soffermandoci nella sua contemplazione. Ed è proprio questo aspetto contemplativo di assoluta serenità d'animo che rappresenta una delle caratteristiche preponderanti di Alisei. Tutto questo ci permette tra l'altro di notare come non vi siano, all'interno di questo album, melodie semplicemente orecchiabili bensì frammenti raffinati, cellule sonore legate tra loro come polimeri chimici, intente a formare una trama avvolgente ma ben definita, chiara e trasparente pur nella sua complessità.
Media Res è costituita, oltre che dal sax tenore di Savelli, dalla morbida tromba di Fulvio Sigurtà, dal pianoforte di Enrico Zanisi e da una ritmica costituita dal basso elettrico di Luca Pirozzi e dalla batteria sotto le bacchette di Alessandro Marzi. Per quello che riguarda i nomi dei diciassette componenti orchestrali verranno tutti indicati alla fine di questa recensione
All'apertura dell'album troviamo il primo brano, Melodia Sottomarina, gestito interamente in autonomia dal quintetto. Uno schema percussivo è lo sfondo su cui sax e tromba si muovono inizialmente all'unisono, soffiando dolcemente sulla vela del tema portante, come un vento tranquillo e regolare. L'avvolgente basso di Pirozzi è un battito cardiaco continuo tra le cui sistole s'intromettono esplorativi accordi di pianoforte, quasi swinganti. Il sax e la tromba abbandonano a tratti la simultaneità, per entrare più spesso in controcanto, fino a quando Savelli si concede un piccolo assolo al sax, subito seguito dalla tromba di Sigurtà. I due fiati procedono senza fretta, dialogando privi di costrizioni per riprendere poi il tema iniziale poco prima della chiusura. Più di qualcosa che si muova sotto la superficie del mare, come suggerisce il titolo, questa musica si concede ampi respiri e spazi e dà l'impressione di un lento scivolamento tra le due interfacce, una sonorità che corra sulla linea di galleggiamento tra vento e acqua.
Segue Naufragar m'è dolce in questo mar, suggestivo titolo leopardiano che è anche il primo brano in cui compare l'orchestra. Inizialmente è solo l'accoppiata sax e pianoforte a disegnare il tema, a cui s'aggiunge il basso elettrico di Pirozzi. Ma subito dopo entra l'arrangiamento orchestrale che si presenta delicatamente, ondeggiando e avvolgendo il sax di Savelli che sembra respirare libero e indolentemente abbandonato in un clima sereno. Anche la tromba segue di lì a poco, accentrando la sua presenza sul palcoscenico sonoro. Pause e riflessioni accompagnano il ruolo panoramico dell'orchestrazione che non soffoca ma resta inizialmente quasi in un secondo piano, come un fondale di colori chiari e sfuggenti. Secondariamente, al procedere del brano, l'accompagnamento degli elementi aggiunti si fa preponderante, deciso ma mai invadente, con una lunga oscillazione armonica all'interno dell'intervallo di un tono. La batteria di Marzi sembra offrire per un istante una spinta swingante a tutto ciò. I toni si abbassano con le note malinconiche e tramontine del piano di Zanisi, mentre anche l'orchestra attenua i suoi volumi in un crepuscolo progressivo che prelude la fine del brano.
Gorghi è già un titolo che promette da par suo una certa variazione di dinamiche. Ritorna l'integrità esclusiva del quintetto con le accoppiate all'unisono di sax e tromba che giocano a rincorrersi sulla solida base ritmica a cui partecipa anche il piano cadenzato di Zanisi. Ed è appunto il pianoforte che si esprime poi in uno squisito assolo dai tratti gentili e brillanti, prima che il tema dei fiati ritorni a far sentire la sua voce. I giri funkeggianti del basso elettrico introducono l'assolo di sax, estremamente pulito nei suoi fraseggi, mai rabbiosi, ma solarizzati da una sorta di invidiabile tranquillità interiore.
La voce senza enfasi che propone Gianni Savelli Media Res è quella di una musica asciutta, che traduce un puntiglioso lavoro di scrittura e – appunto ancor più rimarchevole – di capacità d'arrangiamento orchestrale. Mi colpiscono sempre quei musicisti che non abusano della loro tecnica, che non s'allargano per soddisfare il proprio ego e che propongono, in tutta modestia ma anche in piena consapevolezza delle proprie possibilità, una musica attenta, ben costruita, fondata sia sull'improvvisazione – altrimenti non sarebbe jazz – quanto sulla conoscenza del vecchio e caro pentagramma, qualità a volte trascurata dai musicisti più avanguardisti. Alisei richiede per questo l'attenzione che merita e la propensione non solo ad avvicinare questo album per le sue qualità estetiche ed emozionali, ma anche per cercare di comprenderlo assimilandone i dettagli, spesso la componente che fa la vera differenza.
Come promesso ecco l'elenco dei componenti orchestrali:
Matteo Costanzi, tromba
Roman Villanueva, tromba
Danilo Bughetti, tromba e flugelhorn
Francesco Marsigliese, tromba e flugelhorn
Remo Izzi, corno francese
Enzo De Rosa, trombone
Walter Fantozzi, trombone
Eugenio Renzetti, trombone
Roberto Pecorelli, trombone basso
Andrea Pace, sax soprano
Ferruccio Corsini, sax alto
Franco Marinacci, sax baritono
Alessandra Finocchioli, flauto
Lorenzo Corsi, flauto contralto
Gianpaolo Ghian, clarinetto
Giulio Barbieri, clarinetto basso
Marco Corsini, corno inglese
Gianni Savelli Media Res
Alisei
CD Alfa Music 2024
Reperibile in streaming su Qobuz 24 bit/44kHz e su Tidal qualità max fino a 24bit/192 kHz
20/09/2024
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